Chi ha sentito parlare o è già stato rapito totalmente dal Chat GPT?
Qualche dettaglio tecnico è doveroso! ChatGPT è un chatbot di intelligenza artificiale (Ai) ed è il nuovo modello sviluppato da OpenAI – fondata nel 2015 e di cui fanno parte personaggi come – e fa parte dei modelli GPT-3 (Generative Pre-trained Transformer 3) su cui da poco ha investito anche Microsoft. Si tratta di modelli di intelligenza artificiale basati sul machine learning non supervisionato e funzionano utilizzando una tecnica di deep learning nota come transformer, che consiste nell’utilizzare una rete neurale per analizzare e comprendere il significato di un testo.
ChatGPT, nello specifico, fa parte della famiglia degli InstructGPT, quindi modelli formati tramite deep learning ma poi ottimizzati tramite il rinforzo umano.
ChatGPT è stato realizzato e reso pubblico a novembre del 2022 e, grazie alla sua potenza e alla sua facilità d’utilizzo, sta spopolando sul web e molti, vista anche la possibilità di accedervi gratuitamente, ne stanno scoprendo le potenzialità e si stanno interrogando su tutte le sue possibili integrazioni ed evoluzioni future.
Cosa potete fare con ChatGPT e perché è importante per voi?
Semplicissimo! Sarà sufficiente inserire un qualsiasi prompt nella riga di comando e premere INVIO.
Potete sbizzarrirvi, ad esempio chiedendo di scrivere:
- una ricetta dati alcuni ingredienti,
- il programma della vostra prossima escursione in una data città,
- un codice e o un pezzo di programma (GPT-3 è particolarmente bravo con javascript e python, ma non se la cava per nulla male anche con C, PHP o altri linguaggi),
- un articolo ottimizzato SEO,
- i passaggi per supportarvi nella costruzione della vostra web app,
- contenuti social, titoli, descrizioni e chi più ne ha più ne metta!
Ma non c’è davvero limite alla fantasia: può scrivere brani musicali, poesie, articoli e tesi di vario genere; può creare nuove favole, racconti di fantasia ma anche saggi di metafisica. Con i suoi 175 miliardi di parametri, è infatti difficile trovare un limite in questo senso. Non solo: dato che è dotata di apprendimento automatico, con un maggiore utilizzo aumenterà sempre di più la precisione nelle sue risposte.
A tutte le vostre richieste, ChatGPT risponderà in modo automatico e veloce, utilizzando le informazioni a sua disposizione per fornire risposte coerenti e realistiche e soprattutto originali e senza bisogno di settare parametri.
Molti dicono che ChatGPT stia già facendo tremare Google, perché in questo modo ricercare qualcosa diventa un processo molto più discorsivo, chiaro e dinamico. E dal momento che parliamo di un agente di conversazione ovvero un chatbot – e non un motore di ricerca – è possibile ottenere velocemente una sola, specifica risposta a ciò che si cerca.
Altro punto da affrontare: chi svolge lavori creativi si sta chiedendo se le abilità artistiche di ChatGPT potranno un giorno soppiantare le sue competenze. Di certo, al momento, è troppo presto per fare supposizioni di questo tipo e per farsi prendere dal panico, perché come accade in questi casi bisogna più che altro capire che in ogni ambito ed anche in ogni lavoro occorre sempre restare vigili e immaginare evoluzioni e cambiamenti già a prescindere da ChatGPT. Ad ogni modo, sappiate che la stessa OpenAI ammette che talvolta il modello può dare informazioni errate e non è quindi sufficientemente sofisticato per fare oggi il giornalista o il content editor. Sicuramente la diffusione delle intelligenze artificiali creative solleva e solleverà problemi di questo tipo, non solo relativi al mercato del lavoro, ma anche ad esempio al copyright delle opere prodotte. Vale anche con le immagini di Dall-E, così come per i testi creati dai modelli conversazionali. Molte questioni legali sono ancora aperte e certamente da risovlere.
E, nonostante il veloce successo, è chiaro come siano ancora tanti i limiti e i nodi da sciogliere. Eccone un altro: l’intelligenza artificiale non fa altro che – per fare un esempio concreto – imitare un processo preconfezionato con cui vengono realizzati molti blockbuster hollywoodiani, ovvero si guarda intorno, vede ciò che ha avuto successo e ne riprende gli elementi combinandoli in una forma che sembra nuova ma in realtà non lo è. Questo come può preoccuparci al momento?
Ma il futuro è comunque inarrestabile e certamente applicazioni di questo tipo sono destinate ad aumentare e a perfezionarsi: a quanto pare entro 2026, circa il 90% dei contenuti sarà realizzato tramite AI e quello che vi sarà richiesto per fare la differenza sarà la capacità di sviluppare e attivare uno spirito critico per creare nuovo valore, ad esempio per la creazione di un contenuto, rispetto a quanto rintracciato online o oltre a quanto l’AI ci fornirà in modo semplice ed efficace. L’importante è non farsi trovare impreparati. Siete pronti?
Fonti: Wired, Smartstrategy
Credits Immagini: Immagine creata da storyset su Freepik
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